Giocare è un’attività che appartiene a tutti in ogni tempo. Attraverso i giochi si può raccontare la storia di un territorio e delle persone che l’hanno abitato. Un tempo il gioco era vissuto in modi, spazi e tempi diversi: i ragazzi, soprattutto quelli di origini modeste, vivevano e giocavano molto all’aperto; quelli appartenenti alle classi più agiate avevano giocattoli veri e propri. I maschi si divertivano con cavalli a dondolo, fionde e lippe, automobili e trenini, le bambine crescevano accudendo le proprie bambole.
Il Museo Etnologico Monza e Brianza possiede più di ottanta bambole. A volte grandi come bambine e abbigliate con raffinati vestiti ricamati, bambole giocattolo, bambole in stoffa da imbottire o in carta da ritagliare. Vi sono bambole in porcellana, in biscuit, in composizione (cartapesta, colla e gesso) o in celluloide (tipiche quelle con il logo della tartaruga). Non mancano anche le bambole in panno “Lenci”, con lineamenti spiritosi, sguardo malizioso, o le bambole con movimento “flirting” degli occhi.
Ma i giochi non erano solo bambole. Nelle collezioni troviamo giochi singolari e curiosi: l’Altarino giocattolo, la lanterna magica, il cavallino meccanico in latta con carretto in legno. Fra i giochi di movimento la lippa, la fionda, i cerchi in legno, e altro. Poi materiale froebeliano per educare (scatole per costruzioni, carta lucida e colorata da ritagliare, perline da infilare…), ma anche servizi da the, macchine da cucire, accessori per il ricamo, un telaio in legno per abituare le bambine alla vita domestica. E strumenti musicali, come la fisarmonica, la cetra o il piccolo pianoforte a coda. Non mancano i giochi da tavolo.
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