Orari di apertura del museo: Colombo: mar. gio e dom. 10.00/12.30 ; mer. 16.00/18.30                          Luglio/Agosto Chiuso              |        Sede MEMB: mar. e gio. 9.00/12.30

Villa Reale Monza

Viale Brianza, 2

Scuola

Ad inizio Novecento gli insegnanti non insegnavano solo a leggere e a scrivere, ma avevano il compito di fare imparare le più elementari regole di igiene e comportamento. Non c’erano sussidi didattici e l’Abbecedario era l’unico libro prezioso. Una ricca collezione di abbecedari, sussidiari e libri di lettura, donati dagli eredi di Anselmo Bucci, arricchiscono il patrimonio del MEMB.
A Monza i ragazzi erano soprattutto figli di operai e di artigiani, andavano a scuola vestiti con un grembiule nero, calzoni al ginocchio, calze lunghe e scarpe grosse o zoccoletti di legno comprati dallo zoccolaio. Portavano a tracolla una cartella di fibra, quasi sempre ereditata dai fratelli maggiori. Nella cartella avevano un astuccio di legno, una matita, un libro di lettura e qualche quaderno, oltre alla classica schiscetta per contenere il magro pasto di mezzogiorno.
I quaderni, oltre a quello classico ricoperto di cartoncino nero e con la scritta “Bella Copia”, avevano copertine sorprendenti e significative. Nel periodo fascista divennero anche veicolo di propaganda del regime sollecitando nei giovani il sentimento di appartenenza alla Patria. Nel dopoguerra, invece, troviamo immagini di un’Italia più regionalistica, rappresentata dalle caratteristiche storiche, geografiche e artistiche dei luoghi. Grande rilevanza hanno anche le invenzioni scientifiche come treni a vapore, mongolfiere e telefoni.
Non esisteva il libretto dei giudizi per comunicare a casa il rendimento dei ragazzi; essi ricevevano le pagelline tre volte all’anno. La collezione del MEMB annovera diverse pagelle: da quelle delle scuole elementari pubbliche di Monza, maschili e femminili, a quelle dei Collegi e dei Ginnasi cittadini. Ogni epoca ha la sua pagella. Non mancano gli attestati di laurea.