Orari di apertura del museo: Colombo: mar. gio e dom. 10.00/12.30 ; mer. 16.00/18.30                          Luglio/Agosto Chiuso              |        Sede MEMB: mar. e gio. 9.00/12.30

Villa Reale Monza

Viale Brianza, 2

UNA MOSTRA PER QUATTRO DONNE

Museo etnologico di Monza, Una mostra per quattro donne
da Il Cittadino di Monza e Brianza, 9 marzo 2012

Monza – E’ un museo al femminile, il Museo etnologico di Monza e Brianza. E’ nato nel 1978 per iniziativa di un gruppo di donne, tra cui la pittrice Pina Sacconaghi e, anche oggi, che nel consiglio direttivo ci sono anche «quote azzurre», sono soprattutto donne le volontarie più attive nell’allestimento di mostre e nell’attività didattica con le scuole. Ecco perché giovedì 8 marzo, in occasione della festa della donna, al mulino colombo di vicolo Scuole, il Museo etnologico ha allestito la mostra «Il museo per la donna».
Il focus: quattro donne eccezionali. In primis Pina Sacconaghi, la pittrice monzese che fu la prima presidente e la promotrice del museo insieme ad un gruppo di amiche socie come lei del Club Soroptimist. «Pina – spiega Anna Sorteni, attuale presidente e cofondatrice – aveva un sogno : realizzare da noi un museo sull’esempio del museo de l’homme di Parigi. Un luogo dove raccogliere le memorie del territorio».
Per raccontare Pina Sacconaghi ci sono le fotografie, alcuni suoi dipinti che regalò al museo, i bellissimi pizzi realizzati da sua mamma, un ritratto che le fece l’amico Anselmo Bucci. L’altro ritratto al femminile è quello di Savina Fossati: a lei si deve la prima sede del museo, nell’ufficio della concessionaria Fiat di corso Milano che gestiva con il padre.
«E’ stata una donna generosa che amava la sua città – racconta Silvana Giacovelli, vicepresidente – abbiamo ritrovato le fotografie delle cene che organizzava ogni anno per i vigili urbani di Monza». La generosità ha contraddistinto anche la vita e le scelte di Antonietta Colombo, che qualche monzese ricorderà dietro il bancone del negozio sul ponte di san Gerardino dove vendeva i prodotti del mulino. La sua famiglia aveva acquistato il mulino Colombo all’inizio del 900 e lei ne andava orgogliosa e lo mostrava alle scolaresche. Nel 1987 decise di donarlo al comune perché ne facesse sede delle esposizioni del Museo etnologico.
Infine c’è Ida Bonato, un nome meno noto a Monza, ma che non può mancare nella storia del museo. Da lei arrivò una donazione-simbolo: la prima sperada in argento, realizzata dalla gioielleria Villa di san Biagio. Proprio quella sperada è diventata il logo del museo. «Con questa mostra – spiegano Rachele Riva e Elena Caimi – abbiamo voluto raccontare anche tutto il mondo femminile, attento alla cura delle memorie di famiglia». La mostra resterà aperta fino al 22 aprile, tutti i martedì e giovedì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19. Oggi dalle 17 alle 19 è previsto un aperitivo.
Rosella Redaelli